Class action contro autostrade: come funziona

Class action contro autostrade: come funziona
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Venerdì prossimo, il 14 ottobre, sarà il giorno cruciale per la class action contro Autostrade promossa dai consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Roberto Centi insieme al supporto legale dell'avvocato Mattia Crucioli.
Il Tribunale di Roma deciderà infatti se considerare ammissibile l'azione, dando il via all'iter per il risarcimento richiesto dai ricorrenti: 3 mila euro per ogni cittadino residente in Liguria per i danni subiti dal crollo del ponte Morandi in poi.
“Invitiamo tutti i liguri a venire a Roma il 14 ottobre, dobbiamo far vedere quanto ci sta a cuore la battaglia – è l'appello di Ferruccio Sansa - Questa è l'ultima occasione che abbiamo per far pagare ad Aspi tutti i danni che hanno provocato ai liguri”. “Se poi la pronuncia del Tribunale sarà a nostro favore – aggiunge Sansa – chiederemo in un secondo tempo che la class action possa essere allargata ai non liguri che hanno la casa nella nostra regione, penso soprattutto ai lombardi e ai piemontesi che hanno passato decine di ore nel traffico, subendo un pregiudizio molto forte alla loro vita”.
Dal punto di vista delle tempistiche l'avvocato Mattia Crucioli specifica che: “entro 30 giorni dovrà esserci la pronuncia. Se l'azione fosse dichiarata ammissibile, si aprirebbe la fase delle adesioni seguendo le indicazioni del giudice sui requisiti per aderire – spiega l'avvocato -. Il tribunale si trova per la prima volta di fronte ad uno strumento di questo tipo in Italia, non esiste infatti una giurisprudenza sul tema. Autostrade ha depositato un'articolata memoria difensiva in cui contesta l'ammissibilità della class action, citando la recente decisione del tribunale di Genova di escludere dal processo per il crollo più di 500 parti civili che lamentavano danni simili. Ma la costituzione civile in sede penale è diversa da una class action”.
Secondo Autostrade il fatto illecito contestato sarebbe antecedente all’entrata in vigore della normativa del 2021 sulle class action, ma a questa obiezione i ricorrenti rispondono che il fatto lesivo non è l’omessa manutenzione ma la violazione degli obblighi di mantenimento di qualità del servizio autostradale, cioè la presenza dei cantieri nei mesi e negli anni successivi al crollo del ponte Morandi.
“E' difficile dimostrare sulla base di dati e considerazioni contenute nella class action che ci sia anche solo un ligure che non abbia subito danni da ciò che è accaduto, ci sono diversi ambiti nei quali è successo sia dal punto di vista del valore degli immobili, che del lavoro che dei danni sociali e alla salute. Immaginate cosa succederebbe se morisse qualcuno in ambulanza per i cantieri – commenta il consigliere regionale Roberto Centi -. L'altra cosa che forse è ancora più significativa è il fatto che il ponte Morandi rappresenta uno snodo che comporta conseguenze negative, per cui tutto quello che non è stato fatto prima ha delle conseguenze sul dopo e le vediamo insieme perché non sono state fatte manutenzioni in precedenza. Noi quindi subiamo delle conseguenze oscene per tutta la Liguria, una regione particolarmente sfortunata dal punto delle comunicazioni, per una serie di improprietà dal punto di vista delle manutenzioni e dei doveri che c'erano, che si risolvono solamente con un risarcimento”.
Per pre-aderire alla class action ogni cittadino ligure può registrarsi sul sito www.classactionautostrade.org. Sul sito vengono fornite tutte le informazioni sull'azione, ed è possibile consultare sia il testo del ricorso sia la perizia condotta dalla commercialista Elsie Fusco per quantificare il risarcimento richiesto. Se tutti i cittadini liguri dovessero aderire alla class action il risarcimento totale richiesto ad Autostrade arriverebbe a 4,5 miliardi di euro. Tremila euro per ogni ligure. La pre-iscrizione è completamente gratuita.
L'udienza di venerdì 14 ottobre al Tribunale di Roma è pubblica, quindi aperta a tutti. Tuttavia chi volesse seguirla dal vivo a Roma è pregato di segnalarlo con una mail a info@ferrucciosansa.it per permettere ai ricorrenti di avvisare il giudice sul numero di persone presenti in aula.

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