Il programma del Festival

XXI Festival dell'Eccellenza al Femminile 2025 a Genova: il programma in 32 titoli e la penalizzazione del Ministero

Situazione difficile con il taglio dei fondi

XXI Festival dell'Eccellenza al Femminile 2025 a Genova: il programma in 32 titoli e la penalizzazione del Ministero
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Il Festival dell’Eccellenza al Femminile, ideato e diretto da Consuelo Barilari, riparte dalla Terra, il tema della XXI edizione in programma al dal 15 ottobre al 12 dicembre 2025 a Genova con 32 appuntamenti: 27 spettacoli in scena al Teatro Nazionale di Genova, il progetto di autobiografia generativa sull’empowerment delle donne “Un altro lunedì” di Laura Curino nei centri antiviolenza in collaborazione con l’UDI Unione Donne Italiane composto da3 spettacoli “a porte chiuse” e 1 spettacolo a Palazzo Ducale, il debutto de le “Eumenidi in piscina” allo Stadio del nuoto di Albaro e altre sei prime nazionali, una masterclass gratuita con Eugenio Barba e Julia Varley, fondatore e colonna portante dell’Odin Teatret. Il Festival è un progetto di Schegge di Mediterraneo.

«In questo primo anno del nuovo trienniodichiara la direttrice Consuelo Barilari - incoraggiati dal successo di pubblico e gradimento della scorsa edizione, abbiamo programmato con fiducia la XXI edizione del Festival Teatrale di Genere più antico e più grande in Italia, Patrimonio dell’Unesco per i Beni Immateriali, che ha avuto 4 Medaglie del Presidente della Repubblica, con 32 spettacoli scelti tra le eccellenze del panorama nazionale e internazionale, il numero di spettacoli della stagione di un Teatro, con un progetto tematico al femminile organicoimportante, un programma di eccellenza che potesse rappresentareper tutti un salto in avanti e una possibilità di crescita. Questo ambizioso progetto culturale e teatrale è stato invece inspiegabilmente motivo di penalizzazione da parte del Ministero della Cultura che ha voluto abbassare il punteggio del merito a noi destinato. Questa penalità ci pone di fronte a una scelta. Potremmo scegliere di decurtare una parte del programma o diminuire il numero degli artisti impiegati o degli ospiti, invece la nostra scelta è portare avanti il Festival come lo abbiamo pensato chiamando a raccolta attorno a questa XXI edizione il pubblico, che siamo certi sceglierà di starci vicino cosi come gli Enti e i soggetti che a Genova credono che la cultura sia una parte fondamentale della vita dei cittadini. Bisogna portare avanti con determinazione e passione un progetto così importante come il Festival dell’Eccellenza al Femminile, chiedere alla città solidarietà e attenzione per continuare e cercare di capire come poter recuperare, perché crescere e superare i gender gap è un nostro diritto».

Ecco i sette debutti nazionali del XXI Festival dell’Eccellenza al Femminile: “Processo alla democrazia” (29 ottobre) di Pietra Selva Nicolicchia con il procuratore Gian Carlo Caselli, il giornalista Marco Travaglio, attori e personaggi della società civile che sul palco si calano nel rito civile del confronto sulla sovranità popolare. “Bisogna lavorare l’argilla” (2 dicembre)di Massimo Luconi, omaggio alla cantautrice, poetessa e pittrice cilena Violeta Parra della cantante Flo, nome d’arte di Floriana Cangiani. “Il gioco dell’universo” (4 dicembre) da Dacia Maraini, uno spettacolo sul padre Fosco con la drammaturgia di Maria Dolores Pesce, che vede in scena Manuela Kustermann e Maximilian Nisi con la regia di Consuelo Barilari; al termine dello spettacolo Licia Colò sarà in dialogo con Dacia Maraini. “Armande sono io!” (5/6 dicembre) di e con Fiorenza Menni, dedicato alla figura e agli scritti di Carla Lonzi, saggista tra le fondatrici delle edizioni di “Rivolta Femminile” negli anni Settanta, figura tutt’oggi centrale nel dibattito femminista. Rispost@ua (7 dicembre) dell’ucraina Neda Nezhdana con Anna Bodnarchuk, giovane attrice ucraina che dà voce alla rabbia e al dolore della guerra. “Controtempo” (11 dicembre) di e con Anna Dego e Anna Stante, storia universale di amicizia e sentimenti contrastanti, al confine tra danza e teatro. Vanno tutti in scena al Teatro Nazionale di Genova, eccetto “Eumenidi in piscina” (2 dicembre, ore 16) che debutta allo Stadio del Nuoto di Albaro: il testo è tratto Eschilo dalla regista ed ex nuotatrice statunitense Yassi Jahnmir; i protagonisti in piscina sono giovani attori e atlete juniores del nuoto artistico che militano nella Rari Nantes Savona. Inserito nel programma di Liguria Regione Europea dello Sport 2025.

Il FEF è sin dall’inizio della sua storia un progetto dedicato alle voci e ai contenuti femminili. Nel triennio 2025-2026- 2027 il tema compone una “Trilogia delle origini” ed è declinato negli elementi Terra, Acqua, Aria. «La poetica degli elementi – spiega Consuelo Barilari – ci permette nel teatro di creare connessioni fra mito, scrittura giovane, tradizione e contemporaneità, discipline diverse in cui la donna occupi un ruolo determinante, in uno scenario che sia già futuro. Attraversiamo i temi della vita sulla terra: la nascita, il corpo, il tempo, il desiderio, l’amore, la morte, il sogno».

Il festival si apre con cinque spettacoli comici. “Age Pride” (15 ottobre) da Lidia Ravera, con Alessandra Faiella, un monologo provocatorio che ribalta gli stereotipi sull’età con un’accusa ribelle e ironica all’ageismo. La moglie perfetta” (16 ottobre) di e con Claudia Trippetta, un decalogo delle buone maniere di ieri e forse anche di oggi, tragicomico e pungente. “Esagerate” (17 ottobre) di e con Cinzia Spanò sulla disparità di genere; “Ma che razza di Otello” (18 ottobre) di Lia Celi con Marina Massironi, riscrittura della tragedia shakesperiana vista da lei, con musica dal vivo e ampi riferimenti al presente. “Lei non sa cosa vuole” (19 ottobre) di Luisa Merloni, anche interprete insieme a Daniele Natali, con Sigmund Freud in cortocircuito nel confronto con le donne della sua vita.

Di grande rilievo la presenza di un maestro del teatro come Eugenio Barba, fondatore dell’Odin Teatret, con Julia Varleyche da decenni ne è protagonista. Il 2 novembre portano in scena “Ave Maria” di Eugenio Barba con Julia Varley, un omaggio all’attrice cilena María Cánepa, che ha dedicato la vita al teatro. La sua fantasia creativa viene celebrata attraverso la trasformazione rituale della Morte, che riconosce la traccia lasciata dall’artista dopo la sua fine. Julia Varley dal 1983 lavora al “Magdalena Project”, una rete di donne protagoniste del teatro contemporaneo. Il 2 novembre Eugenio Barba tiene una masterclass gratuita al Teatro Duse, con prenotazione obbligatoria.

Il 29 ottobre prende il via il progetto di empowerment contro la violenza sulle donne “Un altro lunedì” di Laura Curino, realizzato in collaborazione con l’UDI – Unione Donne Italianee i Centri Antiviolenza. L’obiettivo è sviluppare l’empowerment femminile attraverso spettacoli di narrazione (autobiografia generativa) decentrati nei centri antiviolenza (29 ottobre Biblioteca delle Donne dell’UDI, 11 novembre Centro Antiviolenza UDI, 18 novembre Centro Antiviolenza Pandora di Sestri Ponente), spin off dello spettacolo dello spettacolo finale (28 novembre, ore 18, Palazzo Ducale) con Chiara Magri e Giulia Manzini.

Due spettacoli costituiscono una personale in omaggio all’autrice e regista Fabiana Iacozzilli con il suo originale lavoro fra teatro d’attore e teatro di figura: “Oltre” (18 e 19 novembre), nuovo spettacolo al debutto il 12 novembre al Romaeuropa Festival, in cui si ispira a un fatto di cronaca del 1972, quando un aereo si schiantò sulle Ande e chi restò vivo fu costretto a cibarsi dei cadaveri per sopravvivere; “Il grande vuoto” (28 novembre), scritto con Linda Dalisi e candidato a sette Premi Ubu nel 2024, umanissimo ritratto di famiglia che emerge dal disfacimento della memoria di una madre affetta da Alzheimer.

Tre aspetti dell’identità e della vita femminili scorrono in “A love suprême” (11 novembre) di Xavier Durringer con Nadia Fabrizio e la regia di Dominique Pitoiset, fra i più rilevanti registi francesi contemporanei: nel camerino di un peep show, una donna che sognava di diventare attrice si guarda allo specchio; “Antigone”(3 dicembre) di Jean Anouilh con Manuela Kustermann, Roberto Latini, Francesca Mazza e la regia di Roberto Latini, una rilettura della figura ribelle della donna mitica che esplora il conflitto fra legge e coscienza, chiedendo la terra per seppellire suo fratello; R.osa (1 dicembre) di Silvia Gribaudi con Claudia A. Marsicano, spettacolo cult sul corpo, performance poetica, giocosa e dissacrante, tra leggerezza e gravità, citando Jane Fonda eBotero.

Grande spazio viene dato alla drammaturgia contemporanea e giovane con la rassegna “Rabdomanti”, dedicato ad artiste non convenzionali che intrecciano danza, marionette, pupazzi, ciboalle parole, provenienti dal nord e dal sud del mondo. Un coro di voci femminili che comprende tredici titoli. “Il diario di Irene Bernasconi” di e con Laura Nardi (26 ottobre), storia vera, sconosciuta e straordinaria, maestra montessoriana nata a Chiasso in una famiglia agiata e attiva fra i bambini vestiti di stracci dell’Agro Romano all’inizio del Novecento. “Teatro naturale? Io, il couscous e Albert Camus” del Teatro delle Ariette (26 ottobre), con Paola Berselli e Stefano Pasquini, che uniscono parole e cibo cucinando in scena il couscous da dividere con gli spettatori. Fear no more” di Francesca Sangalli (5 dicembre) con Leda Kreider e la regia di Simona Gonella, dedicato a Virginia Woolf e ad alcune delle protagoniste dei suoi romanzi. “L’estasi della lotta” (6 dicembre) di Angela Dematté con Carlotta Viscovo, sulla vita, la personalità e la straordinaria opera dell’artista francese Camille Claudel, musa e amante di Rodin, morta dopo trent’anni di ospedale psichiatrico.

Il 7 dicembre “Rabdomanti” propone una Maratona per la pacein tre spettacoli: Peitho/Persuasione” (7 dicembre) ideato dalla giovane drammaturga in ascesa Irene Patra Zani e Federica Fracassi, con Federica Fracassi e Dimitrios Papavasiliu, un concerto di voci e suoni sulla tragedia umana e intellettuale del filosofo Carlo Michaelstaedter, suicida nel 1910 a 23 anni. Rispost@ua, già citata nel paragrafo dedicato ai debutti. “La guerra svelata di Cassandra” (7 dicembre) di Salvatore Ventura con Gaia Aprea e la regia di Alessio Pizzech, sugli orrori e le ingiustizie della guerra visti attraverso gli occhi della profetessa troiana.

La rassegna “Rabdomanti” prosegue con “Love Love Love (10 dicembre) di Virginia Cimmino e Matteo Dagnino con Giorgia Fasce, un’indagine semiseria sull’attualità dell’amore romantico. “Mamme a metà” (10 dicembre) di Silvia Nanni, con Elena Miranda e Lisa Santanelli, sulla parabola di una gravidanza che non si compie. “C’era una volta” (12 dicembre) di Noemi Francesca con Michelangelo Dalisi e Noemi Francesca, la soggettiva di un uomo colto nell’attimo del suo fine vita. “Maledetto nei secoli dei secoli” (12 dicembre) dal racconto di Carlo D’Amicis con Valentina Sperlì, che interpreta una donna al capezzale di un uomo di cui sa ben poco, anche se l’ha molto amata, un monologo sull’ineluttabilità e il sentimento. Di “Rabdomanti” fanno parte anche Armande sono io” e “Controtempo”, anch’essi già presenti nel paragrafo dedicato ai debutti nazionali.

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