CLIA, associazione mondiale delle compagnie da crociera, ha pubblicato il rapporto annuale sulle Tecnologie e Pratiche Ambientali (ETP), in cui si analizzano i livelli di ‘sostenibilità’ della crocieristica e i progressi nel percorso per arrivare a zero emissioni nette fissato per il 2050. Dal report emerge come le compagnie abbiano investito miliardi di euro diventando un’avanguardia per l’adozione e lo sviluppo di tecnologie che in futuro potranno essere adottate da tutto il settore marittimo, dal trattamento delle acque reflue all’alimentazione elettrica a terra, dai motori dual-fuel fino all’utilizzo di combustibili a basse emissioni.
Dimensioni della flotta: Le 45 compagnie aderenti a CLIA vedono oggi in attività, in totale, 310 navi con una capacità complessiva di 638mila posti letto. Di queste 225 (il 73%) è di ‘piccole e medie dimensioni’, cioè con meno di 3.000 posti letto. In particolare, 106 navi hanno meno di 1.000 posti letto, 119 tra 1.000 e 3.000, mentre solo 85 possono essere definite ‘grandi navi’ e cioè più di 3.000 posti letto.
Verso l’uso di carburanti a zero o basse emissioni: Dal report emerge come, già al giorno d’oggi, ben 19 navi sono grado di utilizzare carburanti a zero o basse emissioni, mentre nel 2018 era soltanto una. Un progresso che proseguirà in futuro visto che si arriverà a 23 unità dual-fuel entro fine anno (di cui una sarà tri-fuel). Inoltre, da qui al 2036, verranno varate 32 navi che avranno motori in grado di utilizzare diversi combustibili, di cui 25 in grado di viaggiare a GNL e 7 a metanolo (le prime due a partire dal 2026)
Pronti all’elettrificazione a terra: la Onshore Power Supply (OPS, nota anche come ShoreSide Electricity) consente di spegnere i motori in porto, con riduzioni di emissioni fino al 98%. Nel 2018 questa tecnologia era disponibile su 55 navi (25% della flotta, 28% della capacità), mentre oggi sono 166 (58% della flotta e il 65% della capacità). Entro il 2036 si prevede di arrivare a 273 (le 166 già operative + 59 con ‘retrofit’ + tutte le 48 nuove in orderbook 2025–2036). Attualmente solo 41 porti nel mondo (meno del 3%) hanno almeno un attracco crocieristico con OPS. Si tratta di 8 scali in più rispetto all’anno scorso, di cui 6 in Europa. Altri 19 hanno previsto finanziamenti mentre 26 hanno predisposto piani concreti. In base al pacchetto ‘Fit for 55’ entro il 2030 i principali porti europei saranno obbligati ad avere OPS, accelerando ulteriormente gli investimenti.
Acqua dolce e trattamento delle acque: la maggior parte delle navi CLIA (279 navi, il 98,2% della flotta, 99,9% della capacità), produce a bordo la propria acqua dolce grazie a sistemi quali evaporazione a vapore, osmosi inversa, aerazione, riducendo il prelievo da porti e destinazioni. Per quanto riguarda le acque reflue, 234 navi usano sistemi AWTS (Advanced Wastewater Treatment Systems) che superano i requisiti MARPOL Annex IV. Si tratta dell’82,4% della flotta e dell’85,4% della capacità, con un aumento del 4% anno su anno e del 72% rispetto al 2018. Inoltre, le compagnie hanno adottato la politica di non scaricare mai acque nere non trattate durante le normali operazioni.
Gestione dei rifiuti: accanto all’adozione di carburanti a minori emissioni e a flotte sempre più efficienti, le compagnie stanno introducendo una nuova generazione di tecnologie di gestione dei rifiuti, con alcune navi in grado di riciclare o riutilizzare quasi tutti i rifiuti generati a bordo. Oggi sono in uso diverse tecnologie. La Waste-to-energy gasification systems, che converte i rifiuti in energia utilizzabile per le operazioni della nave riducendo i conferimenti in discarica e la domanda energetica, è presente su 8 navi. La Microbial digesters per food waste, del tutto assente fio a 5 anni fa, è installata su 128 navi (45% della flotta, 52% della capacità).
Selective Catalytic Reduction (SCR): questa tecnologia, che riduce particolato e Nox permettendo alle navi di rispettare gli standard IMO Tier II, è predisposta oggi su 81 navi (28,5% della flotta, 22,3% della capacità), mentre erano solo 7 nel 2018