Il progetto La Vesima

Recupero dell’antico paesaggio agricolo con il ripristino di aree e terrazzamenti degradati, messa in sicurezza del territorio, recupero e ricostruzione di edifici che si presentano come strutture rurali diroccate e abbandonate. È quanto prevede il progetto La Vesima su cui è stata adottata una variante al Puc per l’omonima località, in discussione in consiglio comunale.
La situazione odierna. Su 150 ettari (mq 1.500.000) di proprietà dell’Azienda agricola proponente, 65 ettari (mq 650.000) sono classificati dal PUC in AR-PA ‘Ambiti di riqualificazione produzione agricola’ interessati dalla Variante.
Il patrimonio edilizio esistente nell’intero ambito territoriale in proprietà La Vesima è rappresentato da:
− cascine ed edifici esistenti per una superficie complessiva di circa 6.000 mq
− cascine ed edifici “diruti” (riconoscibili da tracce e documentazione certa) per una superficie di circa 2.200 mq, compresa la ex Filanda.
La variante. Riguarda le aree dell’ambito La Vesima ricadenti nel regime del PUC denominato AR-PA ‘Ambiti di riqualificazione produzione agricola’.
Nelle aree classificate AR-PA è possibile costruire unicamente residenze destinate a imprenditori agricoli professionali con il limite di 200 mq a prescindere dalla dimensione del lotto.
«La variante richiesta modifica il PUC vigente unicamente su questo aspetto – spiega l’assessore all’Urbanistica Simonetta Cenci – permettendo la possibilità di realizzare una quota di “residenza libera”, cioè non destinata necessariamente a imprenditori agricoli professionali, convenzionata. La convenzione stipulata con la Civica Amministrazione ha la finalità di garantire la conservazione, valorizzazione e rivitalizzazione delle attività agricole e le funzioni di presidio del territorio. Inoltre, la quota di residenza libera convenzionata non potrà superare nel tempo complessivi 6.500 mq circa su 65 ettari (quindi 650.000 mq totale, con indice di fabbricabilità di 0,01 mq/mq) in totale, contro gli attuali 8.200 di ruderi o poco più. Pertanto invece che cementificazione, come sentito da qualche banco della minoranza, sarebbe più appropriato definire il progetto come esempio di costruire sul costruito e di rigenerazione del territorio».
Critica la minoranza. Il M5S così si esprime attraverso un comunicato stampa.
“La variante urbanistica con cui si vuole dare il via, nella nostra città, alla più grande colata di cemento in collina degli ultimi 30 anni con quasi 10.000 mq di cementificazione un’area agricola, di cui circa 6.000 di nuove residenze e circa 4.000 con il 20% di volumetria in più del restauro dell'esistente, è inammissibile perché in contrasto ai principi e alle norme del PUC”.
“Non solo: su quella stessa delibera si adombrano sospetti di chiara speculazione edilizia che ruotano peraltro intorno alla figura di un personaggio non esattamente di specchiata reputazione. Prima di palesare il nostro voto su questa sciagurata delibera, vorremmo porci una domanda, ovvero: qual è il rapporto tra la Giunta del sindaco Bucci e questo signore, che le cronache cittadine ben conoscono? Ricordiamo infatti che fu condannato, con sentenza definitiva nel 2002, a quattro anni di reclusione per concorso in concussione per i lavori legati alle celebrazioni colombiane del 1992 a Genova”.
Critico anche il capogruppo Pd in Comune Alessandro Terrile: “Questa non è una variante, è il tradimento di tutti i documenti di pianificazione degli ultimi trent’anni”, ha commentato. “Oggi tradendo questi principi il comune dice che nelle zone agricole si potrà costruire villette che diventano funzionali a sviluppare l’agricoltura. È una balla colossale che serve a nascondere una speculazione edilizia nuda e cruda. Peraltro l’unico proprietario prova da trent’anni a convincere il Comune a modificare la destinazione d’uso, non c’è mai riuscito perché ha trovato amministrazioni di centrosinistra che gli hanno sempre detto di no, oggi la giunta Bucci gli dice di sì, probabilmente per interessi reconditi che cercheremo di fare emergere nella discussione lunghissima di oggi”.
“E’ una battaglia lunga e importante per la città. – ha commentato la consigliera Pd Cristina Lodi – Io in aula ho detto che avevo un po’ il magone perché ci sono passaggi che si comprende siano irreversibili, poi c’è la giunta che dice che si potranno fare ulteriori variazioni, ma non si comprende perché non siano state fatte prima, perché non sia stata ascoltata la popolazione, non siano state ascoltate le associazioni. Le proposte c’erano, si poteva fare diversamente, ma penso che loro vogliano fare così”.
In aula rossa oggi sono arrivati i cittadini di Vesima, compresi i rappresentanti del comitato che hanno annunciato battaglia legale.