Tutto esaurito a Palazzo Ducale per il concerto di Nicola Piovani, “Note a margine”, organizzato dall’Associazione Ottavio Cirio Zanetti. Quando il maestro, Premio Oscar nel 1999 per “La vita è bella”, saluta il pubblico della Sala del Maggior Consiglio, a rispondergli è un lunghissimo applauso. Fra il pubblico, l’assessore alla Cultura del Comune di Genova Giacomo Montanari e la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Ilaria Bonacossa. «Non ho niente da insegnare a nessuno – dice Piovani prima di sedersi al pianoforte – per questo ho cambiato il titolo di questo concerto da “La leçon” com’era inizialmente a “Note a margine”, perché voglio raccontarvi poche cose dei brani che suonerò per voi, proprio come se fossero le note su cui ci si sofferma leggendo un libro, ma che si possono anche saltare». Poi inizia con la colonna sonora de “La notte di San Lorenzo” dei Fratelli Taviani. «Parla della guerra – commenta – e io non avrei mai pensato che quarant’anni dopo sarebbe stato ancora così attuale». Ad accompagnarlo sul palco ci sono Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni. Sullo schermo passano le immagini dei tanti film che ha musicato nel corso della sua carriera, e i disegni di Milo Manara, con le sue donne sensuali e bellissime.
Poi parla di Fellini, con cui ha lavorato dieci anni. «Che posso dirvi di Fellini che ancora non si sappia. Solo quanto sia stato importante e gioioso per me, lavorare con lui, non tanti per il cinema, ma per la poetica della vita quotidiana. Vi racconto un episodio insignificante. Stavamo lavorando a “La voce della luna” e per il mixaggio eravamo a Cinecittà. Fellini non guidava e quasi sempre a metà del turno per pomeriggio mi chiedeva di riaccompagnarlo a casa, per chiacchierare insieme durante il tragitto. Un giorno mi disse che gli avevano insegnato una scorciatoia per evitare il traffico nelle ore di punta. Gira che ti rigira ci ritroviamo su uno spiazzo, nel buio, tra copertoni abbandonati, mobili buttati. Lui esce dall’abitacolo e mi chiama esaltato perché voleva che guardassi il panorama che definì sornionamente postatomico, illuminato dalla luna appena sorta. Ma ci eravamo persi. Il giorno dopo vuole ritentare. Gli dico che corriamo il rischio di perderci un’altra volta e lui mi risponde “Speriamo”».
Una parte del concerto è dedicato alle storie dell’antica mitologia greca: «Parla degli uomini, continua a parlare di noi. Mi sono divertito tante volte a musicare le storie di “Icaro”, dei “Lotofagi”, “L’isola delle sirene” e di tanti altri personaggi che continuiamo a citare. Ditemi voi se non c’è un mito più attuale del mito di Narciso. Narciso cancella il prossimo, per cui è solo. È una storia lugubre. Quando per la prima volta vede la propria immagine riflessa nell’acqua, muore affogato nel tentativo di baciarsi. Chi lo vuole interpretare oggi, rischia anche il finale», commenta ironico.
Sulle note de “Le vita è bella” di Roberto Benigni e con “Il tango della cimice” si chiude un concerto inondato di applausi e di ovazioni. «Grazie per questa accoglienza. Fare musica dal vivo – dichiara – significa superare anche della difficoltà, viaggiare, salire sui treni, fare le prove in posti sempre nuovi. Accade da qualche millennio e mi piace pensare che accadrà ancora per altri millenni. Ancora una volta, come abbiamo fatto noi oggi, in futuro qualcuno si metterà in viaggio e incontrerà persone che come voi sono uscite di casa per venire ad ascoltarlo». Con “La melodia sospesa” si chiude la serata di parole e musica di Nicola Piovani. Ed è il momento della standing ovation.