Alda Merini è considerata la maggiore poetessa del Novecento italiano.
Un’esistenza problematica, segnata dai rintocchi della malattia mentale e da ripetuti e prolungati ricoveri in manicomi.
La sua poesia raggiunge i picchi più elevati nel sollevare la sua condizione di malata riscattando sé stessa e la sua dignità attraverso la composizione e la determinazione nel vivere fino in fondo la sua condizione di donna.
Ebbe quattro figlie, tutte sottratte alla sua potestà che vissero con altri genitori e che solo in età matura compresero il profondo amore della loro madre.
Giovedi 2 ottobre, presso la Sala Multimediale della biblioteca Bruschi-Sartori di Via Bottino 6, nel cuore di Sestri Ponente, lo scrittore e ricercatore storico Mauro Salucci ci parlerà proprio di Ada Merini, prendendo spunto dalla frase “Sono nata il 21, a Primavera”.
Durante la conferenza saranno lette poesie e prose dell’autrice, con proiezione di immagini.
Nel contesto della tematica, cenni al rapporto fra follia e poesia: Ludovico Ariosto, Miguel de Cervantes, Luigi Pirandello.