venerdi 13 giugno alle ore 20.30 e sabato 14 giugno alle 17.00

All'Auditorium del Centro Civico Buranello in scena “Immolate Ifigenia”, tratto da un testo di Euripide. Regia di Mimmo Minniti.

La rappresentazione arriva alla conclusione di un percorso laboratoriale della compagnia A.R.T su una rilettura di Euripide, laboratorio durato 2 anni al Centro Civico Buranello di Sampierdarena.

All'Auditorium del Centro Civico Buranello in scena “Immolate Ifigenia”, tratto da un testo di Euripide. Regia di Mimmo Minniti.
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Nell'ambito del patto di collaborazione "Una rete per la Cultura al Centro Civico”, a conclusione dei Laboratori 2024-25, l’Associazione Ricerca Teatrale ART presenta venerdi 13 giugno alle ore 20.30 e sabato 14 giugno alle 17.00, presso l’Auditorium del Centro Civico Buranello di via N. Daste 8° a Sampierdarena, lo spettacolo teatrale “Immolate Ifigenia”, tratto da "Ifigenia in Aulide" di Euripide, da una libera elaborazione di Minimo Minniti.

Protagonisti, Matteo Quadrone (soldato), Anna Bosi (Artemide, ancella), Erry Valia (Menelao), Maria Guasto (Clitemnestra), Alessandro Damiani (Achille), Elisa Sartore (ancella), Paolo Spoto (Agamennone), Nicolò Pellerano (Calcante), Martina Venezia (Ifigenia) e Dina Sanfilippo (ancella).

I Costumi sono di Maria Guasto, le Musiche tratte da Epiro, Grecia, Medio Oriente.

La regia, come già scritto, è di Mimmo Minniti (foto in basso).

La rappresentazione “Immolate Ifigenia” arriva alla conclusione di un percorso laboratoriale della compagnia A.R.T su una rilettura di Euripide, laboratorio durato 2 anni al Centro Civico Buranello di Sampierdarena, ed ha l'intento di avvicinare i classici a un pubblico più vasto.

LA TRAMA - "Immolate Ifigenia", ispirata liberamente alla Ifigenia in Aulide di Euripide, A.R.T. si cimenta con un testo teatrale di uno dei giganti della classicità.

La riduzione a cura di Mimmo Minniti ha privilegiato alcuni temi: la guerra, le trame politiche e i giochi di potere ad essa annessi, gli esseri umani coinvolti con tutte le loro fragilità nei fatti del mondo, le loro contraddizioni, la loro infelicità e il loro rapporto con gli dei.

Euripide non da' niente per scontato, presenta il mito secondo la tradizione, analizzandolo però con razionalità e realismo.

L'armata greca è bloccata nella baia di Aulide trattenuta dall'assenza di venti e da una immobilità del mare che esaspera tutti gli animi. Agamennone è propenso a rinunciare all'impresa e sciogliere l'armata; i capi, primo fra tutti Menelao, sono contrari a quest'ipotesi. Agamennone ha ucciso una cerva sacra ad Artemide. Menelao e Calcante decidono che l'ira divina è il motivo della bonaccia che impedisce la partenza per Ilio.

Calcante profetizza che per placare l'ira di Artemide, signora di Aulide, Agamennone deve sacrificare alla dea la persona che ha più cara: per Agamennone la persona più cara è la figlia Ifigenia... II gioco è fatto.

Tutto gira intorno a Ifigenia, la dolce Ifigenia, che domina il dramma dal principio alla fine; di lei e del suo sacrificio si parla e poco importa ch'essa non sia sempre in scena. Essa è l'eroina secondo il cuore di Euripide che muore ante diem e che sacrifica la sua giovinezza alla gloria e alla sventura. In lei c'è "mescolanza di debolezza e di forza, di timore e di eroismo". Perché Ifigenia decide di sacrificarsi? Come prima parlava di nozze all'improvviso parlerà di morte, perché è un'adolescente che affronta ogni cosa senza mediazioni. Agamennone, Menelao, Calcante, Achille, Clitemnestra pur essendo tipi e non caratteri, sono trattati con interesse e amore. In questa nostra lettura, diversamente dal testo originale, interviene Artemide che smonta le motivazioni nobili della guerra, che è fatta solo per l'avidità del bottino, del possesso e dall'inebriamento della violenza. Gli dei non sono responsabili!

La guerra è morte, distruzione e disperazione. Anche Clitemnestra lontanissima dal personaggio truculento che conoscevamo, qui è madre affettuosa che difende la vita della figlia e maledice la guerra. Lo spettacolo molto ridotto, procede rapidamente scandito dagli interventi del coro alternando parola e movimento.

Le musiche sono tradizionali dell'Epiro, della Grecia e del Medio Oriente con brevissimi interventi di autori più vicini a noi.

Franco Ricciardi

 

 

 

 

 

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